
Solo con la commercializzazione dei fondi detti allofani si
sono avuti veri e proprio risultati.
Il grande maestro Takashi Amano (1954-2015) è stato uno dei
primi a commercializzare questi fondi, egli è stato uno dei massimi esperti e
delle più influenti personalità dell'acquariofilia d'acqua dolce di questo
millennio, grazie a lui in ambito acquariofilo sono stati introdotti i concetti
del giardino zen, la scoperta e soprattutto la commercializzazione di una delle
più utili “caridine” mangia alghe, la Caridina multidentata o anche detta “Gambero
di Amano”(in suo onore) ed il lancio sul mercato di uno dei primi fondi
allofani impiegati: l'Akadama (usata dai bonsaisti giapponesi). Il nome deriva
da un minerale, l'allofane, un silicato di alluminio amorfo.
Questi fondi sono tipici delle zone vulcaniche, poiché
derivanti dall'attività eruttiva dei vulcani. La caratteristica di questi fondi
è la loro capacità di adsorbire vale a dire trattenere elettricamente, mediante
tensione superficiale, i cationi dei sali disciolti in una soluzione e, in
seguito, rilasciarli, per esempio alle radici delle piante tramite il fenomeno
dello scambio ionico. Tutte queste particolarità fanno si che la durezza
carbonatica (Kh) dell'acqua sia pari a zero e, che se ci fosse qualche problema
dovuto a una scorretta gestione e manutenzione della vasca, il fondo stesso,
momentaneamente sarebbe in grado di “tamponare”
evitando di nuocere alla salute degli animali.
Ovviamente la capacità di questi fondi non è eterna, ma se gestiti al meglio, possono avere una durata anche di 2-3 anni. La miglior soluzione al momento è quella di usare per i cambi d'acqua settimanali, Acqua di Osmosi Inversa, ossia acqua prodotta da un impianto che permette l'assorbimento degli ioni da parte di una membrana e altre cartucce (nello specifico carboni,sedimenti e resine antifosfati) permettendo di creare un'acqua praticamente sterile, e poi di usare dei sali che aumentino solo il Gh (il Gh è un valore che misura la durezza dell'acqua, ossia il contenuto dei valori di Calcio e Magnesio), cercando così di far rimanere il valore del Kh il più basso possibile, permettendo al fondo stesso un minore assorbimento di ioni e quindi di posticipare la sua saturazione . Importante è creare un strato di almeno cinque cm, poichè all'interno e al di sotto del fondo si devonocreare, prima di tutto le colonie di batteri utili, e soprattutto ci deve essere uno spazio sufficiente a consentire i giusti scambi ionici. Altro fattore importante per avere una giusta gestione di questi animali è avere una buona filtrazione, l'ideale è avere dei filtri esterni alle vasche (cosicchè da avere più spazio e quindi più litri ) caricati con materiali filtranti e porosi (nello specifico sono molti usati i cannolicchi in ceramica,bioballs o anche lapillo vulcanico, poiché hanno una maggiore superficie dato la numerosa presenza di pori) per far si che le colonie di batteri utili colonizzino e svolgano al meglio il loro lavoro. Ovviamente gli animali non possono essere subito inseriti se si vuole puntare ad avere riproduzioni, poiché se una vasca non è matura, ossia nel filtro, nel fondo e anche sugli arredi si devono formare le colonie di due particolari ceppi di batteri, i Nitrosomonas e i Nitrobacter, che sono molto importanti nel ciclo dell'azoto.
L'azoto è uno degli elementi più abbondanti in natura e, in acquariofilia, se trovato come prodotto di rifiuto come l'ammoniaca (NH3), è letale per qualsiasi essere vivente. Il ciclo quindi consiste nella trasformazione dell'ammoniaca in nitrati e, si divide in tre fasi: la prima fase viene detta Nitrificazione e consiste nella conversione dell'ammoniaca a ioni nitriti (NH3--->NO2), mediante l'utilizzo di ossigeno, ed è ad opera di batteri del tipo Nitrosomonas; la seconda fase viene detta
Denitrificazione e consiste nella riduzione dello ione nitrato (NO3-) ad azoto (N2) passando per i composti intermedi NO2- e N2O. Il nitrato serve ai batteri come composto accettore di elettroni per ossidare le molecole organiche in anidride carbonica e acqua e, il nitrato rimanente da queste reazioni, può essere usato dalle piante o da alghe unicellulare come nutriente per la loro
crescita. Questa fase è la terza e viene
definita Riduzione assimilativa del nitrato. Ovviamente sono sempre consigliati fare dei cambi settimanali (di almeno 1/10 dei litri in cui gli animali vivono) per poter rimuovere eventuali eccessi di NO3 presenti in vasca, non assorbiti da piante o batteri. Altro fattore molto importante per poter allevare questi animali è, l'inserimento in vasca di piante e muschi utili per il loro riparo e foraggiamento, infatti sono molto indicati l'inserimento di muschi come il Taxiphyllumm barbieri,ossia il muschio di Giava. Questo muschio è indicato perchè è facilmente reperibile ed inoltre, non pretende ne troppa luce e nè una abbondante fertilizzazione(gli animali sono poco
tolleranti ai metalli pesanti e quindi è vivamente sconsigliato usare prodotti per la
fertilizzazione delle piante che li contengano).

Data l'estrema facilità di crescita di questo muschio, esso può facilmente tappezzare la vasca e creare ottimi ripari per gli animali (specialmente negli stadi giovanili) e anche per la microfauna di cui le caridine si cibano, infine, date le elevate temperature è obbligatorio, nel periodo estivo, usare delle ventole refrigeranti, che raffreddino l'acqua tenendola sui 26 gradi massimo ed inserire un filtro ad aria (un piccolo filtro costituito da una spugna che, attaccato ad un aeratore, immetta acqua ossigenata in vasca senza creare sbalzi di Ph)
Esperienze personali
A parte le prime esperienze dove ho utilizzato dei cubi da 30 lt, ho sempre utilizzato vasche con un litraggio minimo di 50 litri.Le vasche con pochi litri hanno problemi di ossigenazione, soprattutto nelle stagioni calde, quindi il rischio di perdita dell'intera colonia per scarsa ossigenazione è molto alto. Ovviamente le misure della vasca sono varie, ma una particolare attenzione andrebbe fatta all'altezza della vasca, infatti per un giusto scambio gassoso,essendo le caridine animali bentonici di acqua dolce, consiglio di utilizzare sempre vasche non troppo alte (massimo 30-35 cm) e aperte. Per quanto riguarda la filtrazione, come scritto precedentemente, è sempre preferibile un buon filtro esterno (ce ne sono di tante marche come l'Eden, Eheim, Pratiko etc etc) con una portata di almeno 3 volte il litraggio della vasca. Consiglio sempre di mettere un secondo filtro ad aria, sia per aumentare la filtrazione, sia per il periodo estivo dove le temperature elevate favoriscono l'aumento di CO2, con conseguente diminuzione di ossigeno disciolto in vasca. Ultimamente, soprattutto sui social, sto notando che molti allestimenti vengono effettuati con filtro sottosabbia/a muro. Personalmente, a livello estetico non mi aggrada molto, ma la possibilità di gestire molte vasche (anche 12-13 ) con un semplice ma potente aeratore, sta spingendo in molti ad avvicinarsi a questo metodo. C'è da dire che bisogna fare attenzione al tipo di gestione di queste vasche, poiché essendo una filtrazione molto spinta, che avviene direttamente all'interno del fondo, la capacità chimica del fondo stesso potrebbe essere alterata/accelerata, con conseguente saturazione anticipata. Io utilizzo gli Eden 511, con annesso filtro ad aria della sera attivo h24 con un normalissimo aeratore ad una uscita.

Per quanto riguarda l'illuminazione. ho effettuato vari test con vari tipi di luci e soprattutto con varie gradazioni e, posso confermare che se vengono rispettate le gradazioni tipiche per un acquario di acqua dolce le differenze sono praticamente inesistenti sugli animali, discorso diverso riguarda la flora. Consiglio sempre di usare luci con gradazione sui 4000 e 6500 k sia per l'effetto visivo, sia per evitare gradazioni troppo alte o basse che possano portare anche a crescite di alghe indesiderate. Io utilizzo 1 led cree da 6500k da 10 watt su ogni vasca.
Altro fattore chiave per un giusto allevamento di questi animali è l'acqua per i cambi e soprattutto i sali. Come scritto precedentemente, un impianto ad osmosi è obbligatorio per non compromettere le caratteristiche del fondo. Io possiedo un impianto osmosi 4 stadi Forwater (resine,carboni,sedimenti e membrana) e sono solito usarlo almeno una volta al mese e mi assicuro che l'acqua in uscita non sia mai superiore ai 010 us. Per evitare questo problema è consigliato lavare la membrana una volta al mese e controllare spesso le resine. Una volta riempita la tanica, utilizzo i sali Gh + della linea Salty Shrimps. Li sto usando da un paio di anni con ottimi risultati, con pochi grammi ho subito il valore di Gh desiderato e ,una particolarità che ho riscontrato in questi sali è che si sciolgono molto facilmente in acqua, cosa che invece altri di altre marche non fanno. Per quanto riguarda invece il periodo dei cambi, preferisco svolgere cambi in tempi molto lunghi, sia per gestire il fondo al meglio e, sia per evitare sbalzi di valori, quindi in media faccio un cambio del 5-10% una volta al mese. Ovviamente c'è da dire che per fare una gestione del genere è d'obbligo avere una flora particolarmente attiva e rigogliosa che aiuti a gestire l'azoto e gli altri elementi presenti in vasca.
Ed eccoci arrivati al capitolo fondo. Anche qui è doveroso fare una premessa. Sul mercato sono presenti innumerevoli marche, formule e prodotti riguardanti i fondi allofani e, proprio per questo motivo, ci sono altri innumerevoli pareri (di cui alcuni molto contrastanti) da parte dei vari allevatori.

Come ho già affermato durante la mia intervista, durante i miei anni di allevamento ho utilizzato vari fondi. Il primo fondo ad aver provato è stata l'"Amazonia" dell'Ada che, secondo me era la miglior linea di fondi allofani esistenti. Parlo al passato perché soltanto sulla prima linea di questo prodotto ho avuto esperienze positive.Questo fondo, come anche gli altri, si presenta con una granulometria media (3-5 mm) e con un colore scuro.La particolarità di questo fondo è che era molto ricco di elementi azotati e, proprio per questo motivo, gli allestimenti li svolgevo facendo cambi totali con sola osmosi e, dopo la prima settimana, iniziavo ad inserire le piante. Facendo così, dopo il primo mese,si potava iniziare a fare cambi settimanali con i sali e , una volta raggiunti i valori desiderati, si potevano inserire gli animali. Su questo fondo ho allevato i miei primi animali appartenenti alla specie logemanni, nel dettaglio erano delle CRS e CBS con gene TB e, proprio grazie a questo gene, ho potuto vedere con i miei occhi la mutazione e, soprattutto i primi mutanti, di cui allego qualche foto.

La mia seconda esperienza è stata su un fondo particolare, il Borneo wild "Plaint Soil".

E infine, ma non per merito, la mia ultima esperienza è il Benibachi "Black Soil Fulvic".
Lo reputo un fondo ottimo, con caratteristiche molto simili all'Amazonia dopo il trattamento, anche se a differenza di altri, ha un protocollo da seguire con i prodotti della linea specifici e soprattutto ha un costo non indifferente. Ormai sono 3 anni che uso il Benibachi e, al momento ho avuto i migliori risultati sia per longevità del fondo, sia per quanto riguarda la nascita e crescita degli animali a partire dai mutanti (più delicati e lenti) fino alle line pure (PRL).Questo fondo si comporta benissimo fin dai primi giorni, infatti ho appurato che già dal primo giorno dopo l'avviamento, si possono inserire animali (grazie agli acidi umici e fulvici che stabilizzano subito il Ph e riescono a tenere sotto controllo gli elementi azotati), anche se ovviamente non è mai consigliato inserire animali prima della maturazione del filtro. Ad oggi dedico alle PRL due vasche (una per gli scarti e una per le selezioni) con questo fondo.

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