domenica 12 febbraio 2017

Le principali malattie e parassiti delle caridine

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Le principali malattie e parassiti delle caridine

Fig.20 - Caridina affetta da Rust spot desease ( Breeders'n'Keeper)


Grazie ad anni di selezione e allevamento, si sono raggiunti risultati importanti per  quanto riguarda la scoperta e lo studio di malattie, che possono colpire questi animali, infatti alcune di esse possono essere estremamente pericolose o letali, poiché possono decimare del tutto la colonia nel giro di pochi giorni. Le cause di questi problemi sono quasi sempre dovuti ad una cattiva gestione della vasca, ossia acquari sporchi, dove si effettua poca manutenzione, infatti in acquari tenuti male, si creano colonie di parassiti, funghi e altri patogeni che possono attaccare le caridine, che stressate da questa situazione,hanno difese immunitarie ridotte. Le principali malattie sono la “Ruggine” (in inglese “Black Spot disease”), causata prettamente dal batterio Pseudomonas aeruginosa, la sua particolarità è che presenta dei pili, costituiti da una proteina, la pilina, che risultano essere decisivi per creare legami con le cellule epiteliali dell'ospite, rendendo difficoltosa l'azione del sistema immunitario (Lazzeri,2011).


 La “Ruggine” si manifesta sul corpo degli animali come dei punti neri. Inizialmente questi punti neri sono poco estesi e sono anche difficile da individuare, ma a lungo andare , si espandono sempre di più, andando a creare vere e proprie ulcere che portano alla morte dell'animale. Purtroppo questa malattia è molto contagiosa e causa un notevole stress agli animali e, se non curata a breve termine, può portare anche alla perdita dall'intera colonia presente nella vasca colpita. E' possibile curare questa malattie in due modi, utilizzando metodi naturali, ovvero andando a immettere nelle nostre vasche le foglie di catappa, importante antinfiammatorio, poiché in esse è presente la quercetina, un tipo di flavonoide che ha proprietà antifungine e infiammatorie, aglio, pignette d'ontano,che hanno la capacità di aumentare le difese immunitarie degli animali poiché contengono acidi umici che sono degli ottimi antibatterici e antifungini. 




Tutti questi prodotti contengono anche tannini, acidi umici, chinoidi e, oltre i già citati flavonoidi che hanno degli ottimi effetti benefici per le caridine, infatti :
Coprono le mucose delle membrane con uno strato protettivo;
Hanno proprietà antinfiammatorie e stimolano la risposta immunitaria;
Agiscono contro i bartteri e i virus nocivi.
Regolano le mucose delle membrane intestinali e della flora batterica (Lukhaup,2015).


L'altro metodo invece è quello di utilizzare prodotti medicinali,come gli antibiotici, però è consigliabile usarli solo ad uno stadio molto grave, poiché questi medicinali attaccano anche i batteri utili in vasca.

Un'altra importante malattia molto pericolosa e spesso frequente in acquari mal gestiti, è la Batteriosi, dovuta ad altri ceppi di batteri, come gli Aeromonas. I sintomi generali della batteriosi, sono uno sbiancamento della parte carnosa, ossia la parte muscolare dell'animale,che assume un colore lattiginoso e l'inattività degli animali colpiti. Purtroppo la batteriosi a prima vista, oltre allo schiarimento del colore, non presenta ulteriori sintomi, e quindi le caridine sembrano essere in ottima forma , ma a breve e senza nessun motivo, si avrà la morte dell'esemplare contagiato. Anche in questo caso è possibile combattere la malattia mediante metodi naturale (uguale a quello della Ruggine) o mediante medicinali.

Con sintomi simili alla batteriosi , ma molto più estesi è la “muscle necrosis”, una malattia che causa una massiccia morte cellulare negli organismi viventi (Lukhaup,2013).

E' una reazione infiammatoria che causa nelle cellule dei tessuti muscolari, la produzione di proteine e, durante questo processo, i tessuti diventano di un colore lattiginoso. Questa malattia è causata da molti fattori, molti dei quali dovuti all'instabilità del sistema ecologico creatosi in vasca. Può essere causata da una deficienza di ossigeno nei tessuti,le cui ragioni possono risiedere in un cattiva qualità dell'acqua o, anche in una scarsità di nutrienti dovuta alla malnutrizione. Un'altra possibile causa può essere la presenza di sostanze tossiche, di prodotti di rifiuto o un'alta carica batterica dannosa nell'habitat. Per combattere questa malattia è consigliabile effettuare dei grossi cambi d'acqua, variare la dieta mediante alimenti che contengono acidi umici, ossia le già citate foglie di catappa, o  le foglie di noce verdi secche.

Sono stati anche analizzati altri casi di attacchi da parte di parassiti, come per esempio la Vorticella,un piccolo protozoo ciliato,che può attaccarsi al corpo dell'animale e poi riprodursi.
Sono singole cellule ciliate che possono vivere in colonie o anche come individuo unico. Attorno alla loro cavità orale, sono presenti un cerchio di piccoli filamenti (ciglia), che muovendosi creano una piccola turbolenza, che permette di portare il cibo all'interno della cavità.

Il loro corpo cellulare è a forma di campana,che risiede su un fusto,al cui termine è presente una ventosa per poter aderire al substrato. 
La vorticella vive in qualsiasi ambiente acquatico ed è possibile trovarla ovunque, sulle superficie delle foglie delle piante, rocce e anche sul carapace delle caridine o sul guscio delle lumache.
La vorticella di per sé non è letale per l'animale, però se la sua proliferazione ostruisce la bocca o le branchie, impedendogli di svolgere i suoi scambi gassosi, può portare alla morte per asfissia. Per prevenire la proliferazione di questi animali in vasca è necessario compiere delle azioni di pulizia, ossia fare dei cambi d'acqua regolari, non somministrare troppo cibo e infine rimuovere parte o pezzi di pianta morte e in stato di marcescenza.  Molto simile alla vorticella per il modo di proliferazione è lo Stentor, un altro protozoo ciliato che, si comporta come la vorticella, ossia può diventare letale se ostruisce le vie respiratorie dell'animale e, la sua proliferazione può essere tenuta sotto controllo nelle medesime condizioni  della vorticella, ossia cercare di mantere in acquario un regime igienico controllato.
Altro parassita che può attaccare le caridine è la Scutariella, un piccolo verme piatto. Può crescere fino ai due mm e sulla parte terminale della testa presenta due piccoli tentacoli e, una ventosa al di sotto per potersi attaccare all'ospite.
Viene spesso trovato nelle cavità delle branchie o, nella base delle antenne e del rostro. Ci sono due gruppi di Scutariella : ectosimbionti e i parassiti veri e propri. I primi si attaccano al corpo dell'animale e non creano nessun danno, poichè mangiano il detrito dall'acqua che il gambero sta assorbendo dalle branchie, per respirare. I secondi invece si nutrono dei fluidi corporei degli animali che infestano, succhiandoli. Ovviamente questo non fa morire l'animale,ma induce i soggetti a indebolirsi o a ridurre la loro frequenza nel riprodursi.
Quando un animale muore o muta, i vermi riescono a lasciare la carcassa o l'esuvia e si mettono alla ricerca di un nuovo ospite. La loro riproduzione si basa sulla posa di uova bozzolo sulle lamelle delle branchie, da dove,in seguito, si schiuderanno i piccoli vermi. Per combattere questi parassiti è possibile usare medicinali come il Praziquantel, Flubenol o Panacur, che se usati nelle giuste dosi, non creano nessun disturbo alle caridine.





Altri parassiti possono essere alcuni funghi (come Achlya o Saprolegia) o altri parassiti (Epistylis e nematodi in generale) che possono attaccare le uova, durante il periodo di cova, portando alla perdita della covata.


 
Fig.29-b- Micosi di Achlya su uova di caridina

Fig.29-c - Dettaglio Micosi su uova (Foto di Carlo Ambrosio)



In particolare vari funghi come Ramuylaria astaci,Didimaria cambari,
Cephalososporium lepodactylu e i batteri come Chitinolytic, sono i responsabili del “Rust Spot disease” (Lukhaup,2015).
Questa malattia è facilmente diagnosticabile, poiché il carapace degli animali infetti si presenta con delle macchie depigmentate. Questa macchie ,o punti ,possono andare dal colore marrone scuro all'arancione e, possono presentare delle depressioni o addirittura dei buchi al loro interno.



Questi danni, possono causare all'animale la perdita di parte, o di un  intero arto. Se le macchie sono molto profonde e rimangono marroni, anche dopo la muta dell'animale, possono diventare un punto di inizio per molti altri problemi
poiché, in caso di infezione, batteri e/o funghi possono danneggiare ulteriormente l'animale. Se l'infezione è acuta e le macchie si ingrandiscono,  si corre il rischio che l'animale perda parte della cuticola e, in questo caso, se l'infezione si estende anche all'interno del corpo, l'animale è destinato alla morte. Le ferite superficiale possono essere curate quando l'animale effettuerà la muta, infatti l'animale lasciando la sua vecchia cuticola, ne produrrà una nuova completamente rigenerata. Il sistema immunitario degli animali depositerà un pigmento nero di melanina attorno alla cuticola danneggiata e, le varie differenze di concentrazione sono responsabili del colore di queste macchie. Questa malattia è molto difficile da trattare ma, molto facile da prevenire , infatti è possibile scongiurarla somministrando foglie di catappa e curando la dieta degli animali, cosicchè aumentino le loro difese immunitarie.
Negli ultimi anni, si è notato che la melanina, assimilata dagli animali tramite ingestione del cibo, aiuta a rafforzare il sistema immunitario di questi animali, permettendo una miglior risposta nella difesa dagli attacchi di questi patogeni, riducendo la percentuale di stress, causata dalla malattia, nell'animale.


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